Pier Francesco Zarcone: Con gli amici che si ritrova, l’Ucraina farebbe meglio ad affidarsi a Dio
Con gli amici che si ritrova, l’Ucraina farebbe meglio ad affidarsi a Dio
di Pier Francesco Zarcone
(immagine d’apertura, fonte: https://www.britannica.com/place/Rostov-Russia)
La speranza di non trattare più il caso Prigozhin è andata delusa: in vari siti internet – politicamente scorrettissimi ma sempre ben informati – emerge ora che la rivolta di una parte della Wagner aveva costituito un momento di estrema (per non dire fatale) pericolosità per l’operazione militare russa in Ucraina.
In estrema sintesi: terminata la battaglia di Artemovsk, sul fronte c’erano solo truppe regolari russe; a quel punto l’occupazione di Rostov sul Don da parte degli ammutinati, e quindi la sottrazione al controllo di Mosca dei centri militari esistenti in quella città aveva creato una situazione potenzialmente disastrosa per le truppe combattenti, poiché a Rostov c’è il quartier generale delle operazioni in Ucraina oltre all’importante aeroporto militare da cui partono aerei e velivoli per la copertura delle fanterie impegnate al fronte; poiché i Wagneriani avevano occupato tanto il quartier generale quanto l’aeroporto, le truppe russe impegnate al fronte si sono trovate con le linee logistiche interrotte, senza collegamenti coi comandi e senza copertura aerea. Per un’intera giornata, ma 24 ore possono anche essere un periodo lunghissimo se sfruttato dal nemico.
Tutto questo costituisce una novità perché inizialmente si era detto che i Wagneriani si erano limitati a controllare le posizioni occupate a Rostov ma senza interferire sulle normali attività militari che vi si svolgevano.
Un attacco ucraino in queste condizioni avrebbe avuto effetti devastanti. Questo porta ovviamente ad una completa rilettura del caso Prigozhin.
Se a Wahington si era a conoscenza delle manovre di Prigozhin, perché non c’è stato l’attacco ucraino? La risposta che si dà è che i comandi yankees non l’hanno voluto. Agli Stati Uniti – che comandano a Kiev – non interessa una vittoria ucraina, bensì la balcanizzazione della Russia, effetto di ben maggior valore. E una guerra civile originata dal colpo di testa dei Wagneriani avrebbe potuto dare inizio a questo processo.
L’obiettivo balcanizzazione richiede una guerra lunga e la contemporanea disintegrazione economica dell’Europa. Le centinaia di migliaia di ucraini finiti nei tritacarne russi, e quelli che seguiranno questa sorte, sono evidentemente solo effetti collaterali.